Palazzo Sylos Sersale
Largo Sylos Sersale
Particella catastale: 763, foglio 49
Proprietà: diversi proprietari
Vincolato con D.M. 27/8/1966
            
1 – La storia
Il Palazzo è frutto di un ampliamento realizzato nel ‘600 sul vecchio impianto romanico. Pur essendo coevo ad altri impianti di stile rinascimentale, venne ristrutturato con motivi barocchi nel 1600 dalla famiglia Sylos Sersale, peraltro limitati ad alcuni elementi.

2 – I caratteri architettonici
A Bitonto, in genere, il Barocco si affermò solo negli elementi decorativi, che pur nello spirito esuberante di quello stile rimasero sempre sobri ed equilibrati. Lo spirito barocco è manifesto in modo particolare nelle esuberanti colonne del grande portale, il cui fusto presenta rocchi dalla forma inusuale dalle nostre parti, ma ricorrente nell’architettura napoletana: fusti cilindrici inanellati da sagome a "pignatta". I capitelli sono di stile composito, arricchiti da mascheroni al centro delle volute. Le lesene del portale, su cui si addossano le colonne, e l’arco del portone sono costituiti da conci a "bozze". Le due colonne su basi attiche sorreggono il balcone attraverso una trabeazione riccamente decorata. Il balcone presenta una transenna in pietra i cui eleganti balaustrini sono compresi tra tre pilastri, di cui due, gli estremi, riportano sculture di figure femminili, mentre quello centrale riproduce due semibalaustrini addossati ad un pilastrino con decorazione floreale in bassorilievo. Dietro la balaustra vi è la finestra con una ricca cornice di coronamento che fa da sfondo all’elegante stemma di famiglia scolpito sulla balaustrata: un’aquila con il motto "Sola Soli Sistit" (Sola resiste al sole). Il portale nell’insieme fa pensare ad un arco di trionfo secondo schemi ricorrenti dell’architettura dell’epoca.
Altro elemento interessante è il vestibolo, con volta a botte lunettata, al cui centro è dipinto un grande stemma nobiliare.
L’elegante loggia che si affaccia sul piccolo cortile interno appare oggi manomessa da numerose brutture posticce; la tipologia di tale loggia aperta, con la scala che si snoda attraverso i pianerottoli fa pensare a tante scale napoletane ma è bene precisare che tale tipologia, resa possibile dalla mitezza del clima, non solo preesiste al Barocco, ma allo stesso Rinascimento, come si può rilevare in alcune case che conservano la struttura interna del primo quattrocento. Di queste la stessa architettura bitontina offre esempi originali con soluzioni scenografiche molto suggestive, come nei palazzi Vulpano e Alitti.
Di cinquecentesco oggi rimane la parte di piano terra della facciata che guarda su Vico Storto, dove è ancora presente il portale dell’ingresso principale primitivo. Il portale è contornato da bugne tuscaniche, con in chiave un emblema araldico delle famiglie dei Giannone e dei Sylos.

3 – I restauri

4 – Lo stato di conservazione
4.1 – Elementi strutturali: non vi sono fessurazioni che lascino pensare ad alcun tipo di dissesto.
4.2 – Paramento murario esterno: l’integrità delle facciate originali risulta compromessa dalla realizzazione di diversi intonaci che si sono stratificati nel tempo e che allo stato attuale si presentano in pessime condizioni. Diverse efflorescenze risultano localizzate lungo il cornicione superiore della facciata e lungo quello della loggia nel cortile.
4.3 – Elementi decorativi: anche questi risultano compromessi dal tentativo di intonacare e imbiancare le superfici senza alcun riguardo per i singoli elementi architettonici (capitelli, colonne, ecc.). Il pregevole stemma nobiliare lapideo al centro della balaustra del loggiato è stato rimosso e sfregiato irrimediabilmente come appare da una denuncia del 1972.